Michele I | |
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Michele I di Romania | |
Re di Romania | |
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In carica | 1940—1947 |
Predecessore | Carlo II |
Successore | Monarchia abolita |
Nascita | Sinaia, 25 ottobre 1921 |
Casa reale | Hohenzollern-Sigmaringen |
Padre | Carlo II di Romania |
Madre | Elena di Grecia |
Consorte | Anna di Borbone-Parma |
Figli | Margherita Elena Irina Sofia Maria |
Firma | ![]() |
Michele I di Romania (nato Michele di Hohenzollern-Sigmaringen[1][2][3]) (Sinaia, 25 ottobre 1921) regnò come re di Romania (in rumeno: Maiestatea Sa Mihai I Regele Românilor o Majestatea Sa Mihai I Regele Românilor) dal 20 luglio 1927 all'8 giugno 1930 e ancora dal 6 settembre 1940 fino alla sua deposizione da parte dei comunisti il 30 dicembre 1947.
È discendente della regina Vittoria del Regno Unito e cugino di terzo grado di Elisabetta II del Regno Unito ed è uno degli ultimi capi di Stato della seconda guerra mondiale ancora in vita (insieme a Simeone II di Bulgaria).
Michele nacque al castello Foişor a Sinaia (Romania), figlio dell'allora principe della corona Carlo e della principessa Elena di Grecia, figlia del re Costantino I di Grecia e nipote dell'allora re di Romania Ferdinando I. Quando Carlo scappò con l'amante Magda Lupescu e rinunciò ai suoi diritti al trono nel dicembre 1925, Michele divenne erede al trono, su cui si sedette alla morte di Ferdinando nel luglio 1927.
Al momento di salire al trono, Michele aveva poco meno di sei anni. Tra il 1927 e il 1930 vi fu una reggenza (Regenţei): a condurla furono il principe Nicola (fratello minore di Carlo II), il patriarca Miron Cristea e Gheorghe Buzdugan, presidente della Alta corte di giustizia (Înalta Curte de Casaţie şi Justiţie), morto nel 1929 e sostituito da Constantin Sărăţeanu.[4]
Nel 1930, nel contesto della crisi economica, Carlo II fu richiamato in patria dalla classe politica rumena, insoddisfatta della reggenza, e proclamato re dal Parlamento. Michele fu designato principe ereditario, con il titolo di gran voivoda di Alba Iulia.
Nel novembre del 1939, Michele, avendo raggiunto i diciotto anni, ottenne un seggio al Senato della Romania, secondo quanto previsto dalla Costituzione della Romania del 1938.
Nel settembre del 1940, il regime filo-tedesco e anti-bolscevico del primo ministro Ion Antonescu preparò un colpo di Stato ai danni di Carlo II. Antonescu sospese la Costituzione, sciolse il Parlamento e installò Michele al trono, con il favore del popolo. La Costituzione venne ripristinata nel 1944 e il Parlamento riprese i lavori nel 1946, ma Michele non giurò neppure in seguito sulla Costituzione, né il Parlamento approvò retroattivamente la sua incoronazione. Michele cinse la Corona d'acciaio che era stata di Carlo I e fu unto dal patriarca della Chiesa ortodossa rumena Nicodim Munteanu nella cattedrale patriarcale di Bucarest, il 6 settembre 1940. In effetti, fino all'agosto del 1944, Michele fu solo una marionetta nelle mani di Antonescu.
Il 23 agosto 1944 Michele si unì ai politici filo-alleati che includevano i comunisti nell'attuare un colpo di Stato contro Antonescu, che fu arrestato. Nella stessa notte, il nuovo primo ministro, il generale Constantin Sănătescu, affidò la custodia di Antonescu ai comunisti, che lo consegnarono ai sovietici il 1º settembre.[5][6] In una trasmissione radio alla nazione e all'esercito, Michele proclamò la lealtà della Romania agli Alleati, annunciando l'accettazione dell'armistizio offerto dall'URSS, dalla Gran Bretagna e dagli USA, e dichiarò guerra alla Germania[7], ma questo non evitò una rapida invasione da parte dell'Unione Sovietica e la cattura di circa 130.000 soldati rumeni trasportati in Russia, nei campi di prigionia[8]. Il colpo di Stato accelerò l'avanzata dell'Armata Rossa all'interno della Romania[8]. L'armistizio fu firmato tre settimane dopo, il 12 settembre 1944, alle condizioni imposte dai sovietici[8]: il colpo di Stato ebbe quindi l'effetto di una capitolazione[9], una resa incondizionata[10] ai sovietici. Al re Michele fu risparmiato il destino di un altro alleato dei tedeschi, il principe Kyril di Bulgaria, giustiziato dai sovietici nel 1945, che fu anche l'ultimo sovrano oltre la Cortina di ferro a perdere il trono. Secondo alcuni, il colpo di Stato potrebbe aver accorciato la Seconda guerra mondiale di circa sei mesi, salvando centinaia di migliaia di vite. Alla fine della guerra, a Michele fu assegnato il più alto grado (comandante in capo) della legione di merito da parte del Presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman. Fu anche decorato con l'ordine della Vittoria sovietico da Stalin per il coraggio personale nel rovesciare Antonescu, e per aver posto fine alla guerra della Romania contro gli Alleati.
Secondo alcuni[11] il colpo di Stato permise alle truppe di Stalin di avanzare più rapidamente[8] in Romania e in Europa, a scapito degli Alleati occidentali. Altri[12] vedono nella mancata convocazione di Michele alle celebrazioni in onore del Giorno della vittoria un segno di tacita condanna da parte degli Alleati per le conseguenze del colpo di Stato. Michele non fu invitato alle celebrazioni del 60º anniversario della fine della guerra dagli Alleati occidentali, ma solo dai russi e ad alcune commemorazioni in Repubblica Ceca e in Slovacchia[13].
Nel marzo 1945 la pressione politica obbligò Michele a nominare un governo filosovietico dominato dal Partito comunista rumeno. Con il regime comunista Michele funse prettamente da simbolo; dall'agosto 1945 al gennaio 1946 cercò inutilmente di opporsi al governo comunista diretto dal primo ministro Petru Groza, rifiutando di firmare i suoi decreti. In risposta a quelle sovietiche, le pressioni inglesi e americane[14], re Michele infine rinunciò alla sua opposizione e smise di chiedere le sue dimissioni.
Il re non graziò Ion Antonescu, in seguito condannato come criminale di guerra[15][16][17] o i leader dell'opposizione, vittime dei processi politici comunisti, poiché la Costituzione glielo impediva senza la controfirma del ministro della giustizia, che era un esponente comunista.
Nel corso del 1947 i comunisti imposero la "dittatura del proletariato" e costrinsero Michele ad abdicare il 31 dicembre dello stesso anno.
Dopo aver subito una perquisizione personale assieme alla regina madre, gli fu permesso di espatriare e si recò dapprima in Inghilterra, dove aveva conosciuto la principessa Anna di Borbone Parma, che poi sposerà. Si ritirò quindi in esilio in Svizzera, a Losanna, dove lavorò per un'industria locale, in difficili condizioni finanziarie, assieme alla moglie ed alle numerose figlie. Non ha avuto eredi maschi.
Subito dopo la caduta di Ceauşescu cercò due volte di rientrare in patria, ma fu riaccompagnato alla frontiera. Infine raggiunse un accordo con il governo democratico sopravvenuto, e rientrò definitivamente in Romania accolto da più di un milione di persone. Vive in uno dei castelli di Sinaia (Palazzo di Elisabetta) che gli è stato restituito. Ricopre compiti istituzionali e gli è riconosciuto il titolo di re.
Ha rappresentato la Romania ai funerali del papa Giovanni Paolo II.
Ha designato la figlia primogenita Margherita quale erede dinastica.
Michele I sposò Anna di Borbone-Parma. Tra i due vi furono due cerimonie religiose, una ortodossa che seguiva la fede del marito svoltasi ad Atene il 10 giugno 1948, e una cattolica che seguiva quella della moglie il 9 novembre 1966 a Monaco.
Da questa relazione nacquero le seguenti eredi:
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Gran Maestro e Membro di I Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso |
— 1941[18] |
Gran Maestro e Collare dell'Ordine della Stella di Romania | |
— [19] |
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Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona |
— [20] |
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Gran Maestro e Collare dell'Ordine di Carol I |
— [21] |
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Gran Maestro dell'Ordine del Fedele Servizio |
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Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) |
— [22] |
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Cavaliere di Gran Croce di I classe dell'Ordine del Leone Bianco (Cecoslovacchia) |
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Commendatore di Gran Croce con Collare dell'Ordine della Rosa Bianca (Finlandia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) |
— [23] |
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Croce di Ferro di I Classe (Germania nazista) |
— [24] |
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Cavaliere dell'ordine dell'Aquila bianca (Polonia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) |
— [25] |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Giorgio I (Regno di Grecia) |
— [26] |
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Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno d'Italia) |
— 1941 |
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Cavaliere di Gran Croce dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) |
— 1941 |
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Cavaliere di Gran Croce dell'ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) |
— 1941 |
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Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (Regno Unito) |
— 1937[27] |
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Medaglia per il giubileo dei 60 anni della vittoria della grande guerra patriottica del 1941-1945 (Russia) |
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Comandante in capo della Legion of Merit (Stati Uniti) |
— 1945 |
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Medaglia commemorativa per il cinquantesimo genetliaco di Carlo XVI Gustavo (Svezia) |
— 30 aprile 1996[28] |
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Ordine della Vittoria (Unione Sovietica) |
«Per il coraggioso atto di svolta decisivo nella direzione della politica romena contro la Germania e per l'alleanza con gli Alleati in un momento in cui non era stata ancora definita la netta sconfitta della Germania» — 6 luglio 1945[29] |
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