Mohammed Zahir Shah (1914 - 2007)
 
 1933, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. Rare!  Mint Place: Kabul Mint Date: 1933 AD (SH 1312) Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Reference: KM-932.1 (there listed ...
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1933, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. Rare! Mint Place: Kabul Mint Date: 1933 AD (SH 1312) Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Reference: KM-932.1 (there listed ...
 
 1937, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. AU++  Mint Place: Kabul Condition: A nice lustre AU++ Mint Date: 1937 AD (SH 1316) Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Refe ...
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1937, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. AU++ Mint Place: Kabul Condition: A nice lustre AU++ Mint Date: 1937 AD (SH 1316) Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Refe ...
 
 1931, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. UNC!  Mint Place: Kabul Reference: KM-920. Mint Date: 1931 AD (AH 1350/3)   Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Condition:  ...
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1931, Afghanistan, Mohammed Zahir Shah. Silver ½ Afghani (50 Pul) Coin. UNC! Mint Place: Kabul Reference: KM-920. Mint Date: 1931 AD (AH 1350/3) Denomination: ½ Afghani (50 Pul) Condition: ...
Mohammed Zahir Shah (1914 - 2007) from the Wikipedia
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Mohammed Zahir Shah
King Mohammad Zahir Shah.jpg
Re dell'Afghanistan
In carica 8 novembre 1933 – 17 luglio 1973
Predecessore Mohammed Nadir Shah
Successore Monarchia abolita:
Mohammed Daoud Khan come Presidente dell'Afghanistan
Nome completo محمد ظاهر شاه
Nascita Kabul, 16 ottobre 1914
Morte Kabul, 23 luglio 2007
Luogo di sepoltura Tapa Maranjan
Casa reale Barakzai
Padre Mohammed Nadir Shah
Madre Mah Parwar Begum
Consorte Humaira Begum
Religione Islam

Mohammed Zahir Shah (in pashtu محمد ظاهر شاه; Kabul, 16 ottobre 1914Kabul, 23 luglio 2007) fu l'ultimo re dell'Afghanistan; regnò dal 1933 al 1973. L'8 novembre 1933 fu proclamato re, dopo che il padre, Mohammed Nadir Shah, fu assassinato.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mohammad Zahir Shah nacque in una famiglia di Pashtun, la più grande etnia dell'Afghanistan, che aveva preso il potere dopo aver spodestato Habibullah Kalkani. Zahir fu anche educato presso i Darizoban, avendo così accesso a entrambi i gruppi etnici.

Dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale riuscì a mantenere sia la neutralità dell'Afghanistan che i suoi confini, il re riconobbe l'urgenza di una modernizzazione del paese.

Zahir Shah fece arrivare consulenti stranieri, fondò la prima moderna università e rafforzò le relazioni culturali e commerciali con l'Europa. Nel 1964 una nuova costituzione trasformò l'Afghanistan in una moderna democrazia con libere elezioni, un parlamento, diritti civili, emancipazione per le donne e suffragio universale.

Durante il suo regno, il paese godette di un periodo di stabilità. L'Afghanistan divenne inoltre una destinazione popolare per i turisti occidentali desiderosi di visitare le sue montagne e le sue rovine di antiche civiltà.

Nonostante la modernizzazione le rivalità tra le fazioni tribali del paese rimasero.

Suo cugino ed ex Primo Ministro Mohammed Daoud Khan mise in atto un colpo di Stato nel 1973 e stabilì un governo repubblicano, mentre Zahir Shah si trovava in Italia per un controllo medico. In seguito a questo Zahir Shah abdicò, ponendo fine alla Dinastia Barakzai, e visse in esilio in Italia per ventinove anni, nel quartiere dell'Olgiata a Roma; nel 1991 si salvò da un tentativo di omicidio nei suoi confronti.

Gli fu vietato di tornare in Afghanistan durante il regime comunista che, appoggiato dall'Unione Sovietica, governò il paese sul finale degli anni settanta.

Zahir viene criticato da alcuni per essere rimasto in Italia durante i momenti più difficili per l'Afghanistan, sotto il regime fondamentalista dei Talebani, rifiutando di rilasciare dichiarazioni contro di loro. I Talebani erano in prevalenza di etnia Pashtun, e si sono macchiati di massacri, pulizia etnica e persecuzione delle etnie non-Pashtun.

Dopo l'intervento americano[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 2002, mentre l'Afghanistan era oggetto dell'intervento delle forze ISAF, Zahir Shah rientrò dall'esilio romano per assistere all'apertura della Loya Jirga, che si riunì nel giugno 2002[1]. Dopo la caduta del regime talebano, vi furono chiare istanze per la restaurazione della monarchia[2]. In un simile contesto, Zahir Shah dichiarò che avrebbe accettato qualsiasi responsabilità assegnatagli dalla Loya Jirga, anche qualora fosse stato proclamato capo di Stato senza la restaurazione della monarchia[1][3]. Tuttavia, nonostante molti rappresentanti dell'Assemblea fossero pronti a votare in favore di Zahir Shah, quest'ultimo fu obbligato dagli Stati Uniti a farsi da parte a vantaggio del loro candidato, Hamid Karzai[1].

Zahir Shah seduto (a destra) durante la cerimonia di giuramento di Hamid Karzai il 7 dicembre 2004.

Infine, le forti pressioni statunitensi portarono all'accettazione del regime repubblicano da parte della Loya Jirga; tuttavia la Costituzione del 2004 riconobbe a Zahir Shah il titolo onorifico di "Padre della Nazione", già conferitogli dalla Loya Jirga nel 2002[4], dando rilievo al suo ruolo nella storia afgana come simbolo apartitico di unità nazionale.

Con la nomina a presidente dell'Afghanistan di Hamid Karzai, appartenente al clan Popalzai e amico della Casa reale, molti uomini vicini a Zahir Shah ricevettero posti chiave nel governo di transizione, mentre Zahir Shah ritornò ad abitare nel vecchio Palazzo reale.

Mentre si trovava in Francia per un check-up medico, si è rotto il femore scivolando in un bagno, il 21 giugno 2003. In seguito a questo, iniziarono a circolare voci riguardo alla sua morte sia in Afghanistan che in Pakistan. Nel 2004 ha sofferto di numerosi problemi di salute che lo hanno portato a numerosi ricoveri in vari ospedali.

Il 7 dicembre 2004 ha presenziato, a Kabul, al giuramento di Hamid Karzai come Presidente dell'Afghanistan.

Il 23 luglio 2007 è morto all'età di 92 anni nel Palazzo Presidenziale di Kabul.

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Mohammed Zahir Shah Padre:
Mohammed Nadir Shah, Re dell'Afghanistan
Nonno paterno:
Mohammed Yusuf Khan, Governatore di Herāt
Bisnonno paterno:
Mohammad Yahya Khan, Governatore di Kabul
Trisavolo paterno:
Sultano Muhammad Khan Telai, Governatore di Kabul, Peshawar e Kohat
Trisavola paterna:
Una dama del clan Popalzai
Bisnonna paterna:
Hamdan Sultana Begum *
Trisavolo paterno:
Muhammad Akbar Khan, Emiro di Afghanistan
Trisavola paterna:
?
Nonna paterna:
Sharaf Sultana Hukumat Begum
Bisnonno paterno:
Ali Ahmad Mirza, Khan Bahadur
Trisavolo paterno:
Ayub Shah Durrani, Emiro di Afghanistan
Trisavola paterna:
?
Bisnonna paterna:
?
Trisavolo paterno:
?
Trisavola paterna:
?
Madre:
Mah Parwar Begum
Nonno materno:
Sardar Muhammad Asif Khan
Bisnonno materno:
Mohammad Yahya Khan, Governatore di Kabul *
Trisavolo materno:
Sultano Muhammad Khan Telai, Governatore di Kabul, Peshawar e Kohat
Trisavola materna:
Una dama del clan Popalzai *
Bisnonna materna:
Hamdan Sultana Begum *
Trisavolo materno:
Muhammad Akbar Khan, Emiro di Afghanistan *
Trisavola materna:
?
Nonna materna:
Murwarid Begum
Bisnonno materno:
?
Trisavolo materno:
?
Trisavola materna:
?
Bisnonna materna:
?
Trisavolo materno:
?
Trisavola materna:
?

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenza dell'Afghanistan[5][modifica | modifica wikitesto]

Gran Maestro dell'Ordine del Sole Supremo - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine del Sole Supremo
— 8 novembre 1933
Gran Maestro dell'Ordine del Capo - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine del Capo
— 8 novembre 1933[6]
Gran Maestro dell'Ordine dell'Indipendenza - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine dell'Indipendenza
— 8 novembre 1933[7]
Gran Maestro dell'Ordine della Stella - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine della Stella
— 8 novembre 1933

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio)
Cavaliere di Gran Croce di I classe dell'Ordine del Leone bianco (Cecoslovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce di I classe dell'Ordine del Leone bianco (Cecoslovacchia)
Cavaliere dell'Ordine di Mugunghwa (Corea del Sud) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine di Mugunghwa (Corea del Sud)
Cavaliere di Gran croce dell'ordine della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran croce dell'ordine della Legion d'onore (Francia)
— 1º gennaio 1950
Collare dell'Ordine del Crisantemo (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell'Ordine del Crisantemo (Giappone)
— 14 aprile 1969
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania)
Collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran)
— marzo 1950
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia)
— 1972
Cavaliere di gran stella dell'Ordine della grande stella di Jugoslavia (Jugoslavia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran stella dell'Ordine della grande stella di Jugoslavia (Jugoslavia)
— 1º novembre 1960
Gran Cordone dell'Ordine Nazionale del Cedro (Libano) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Cordone dell'Ordine Nazionale del Cedro (Libano)
Cavaliere di I classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di I classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan)
— 1º febbraio 1958
Collare dell'Ordine di Mohammed Ali (Regno d'Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell'Ordine di Mohammed Ali (Regno d'Egitto)
— 7 gennaio 1947
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia)
Gran Cordone dell'Ordine degli Hashemiti (Regno d'Iraq) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Cordone dell'Ordine degli Hashemiti (Regno d'Iraq)
Royal Victorian Chain (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria Royal Victorian Chain (Regno Unito)
— 7 dicembre 1971[5]
Collare dell'Ordine del Nilo (Repubblica Araba d'Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria Collare dell'Ordine del Nilo (Repubblica Araba d'Egitto)
— 22 ottobre 1960

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gilles Dorronsoro, The Return to Political Fragmentation in Afghanistan: Revolution Unending, 1979-2002, C. Hurst & Co, p. 330, ISBN 1-85065-683-5.
  2. ^ Barry Bearak, Former King of Afghanistan Dies at 92, The New York Times, 23 luglio 2007.
  3. ^ "Accetterò la responsabilità di capo dello Stato se questo è ciò che la Loya Jirga mi chiederà, tuttavia non ho intenzione di restaurare la monarchia. Non sono interessato al titolo di Re. Il popolo mi chiama Baba e preferisco questo titolo", in Barry Bearak, Former King of Afghanistan Dies at 92, The New York Times, 23 luglio 2007.
  4. ^ Costituzione dell'Afghanistan (2004)
  5. ^ a b Royal Ark
  6. ^ Royal Ark
  7. ^ Royal Ark

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re dell'Afghanistan Successore Flag of Afghanistan (1931–1973).svg
Mohammed Nadir Shah 1933 - 1973 Monarchia abolita
Predecessore Padre della Nazione Successore Flag of Afghanistan.svg
Titolo inesistente 2002-2007 Titolo estinto
Predecessore Pretendente al trono dell'Afghanistan Successore Flag of Afghanistan (1931–1973).svg
Titolo inesistente 1973 - 2007 Ahmad Shah Khan
Controllo di autorità VIAF: 75691809 · LCCN: n2003069136 · GND: 136160301
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