Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar-Eisenach | |
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Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar-Eisenach in una fotografia d'epoca | |
Granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach | |
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In carica | 5 gennaio 1901 - 9 novembre 1918 |
Predecessore | Carlo Alessandro |
Successore | Ducato abolito |
Nascita | Weimar, 10 giugno 1876 |
Morte | Henryków, 24 aprile 1923 |
Casa reale | Sassonia-Weimar-Eisenach |
Padre | Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach |
Madre | Paolina di Sassonia-Weimar-Eisenach |
Consorte | Carolina di Reuss-Greiz Feodora di Sassonia-Meiningen |
Figli | Sofia, Principessa di Schwarzburg Carlo Augusto, Granduca Ereditario di Sassonia-Weimar-Eisenach Principe Bernardo Principe Giorgio |
Guglielmo Ernesto Carlo Alessandro Federico Enrico Bernardo Alberto Giorgio Ermanno di Sassonia-Weimar-Eisenach (Weimar, 10 giugno 1876 – Henryków, 24 aprile 1923) è stato granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach dal 1901 sino al 1918.
Guglielmo Ernesto nacque a Weimar, figlio primogenito di Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach (1844 – 1894), Granduca Ereditario, e di sua moglie, Paolina di Sassonia-Weimar-Eisenach. Ricco erede della nonna Sofia di Orange-Nassau, al momento della sua ascesa al trono Guglielmo Ernesto venne annoverato tra i principi più ricchi del suo tempo. Durante i primi anni egli ricevette un'educazione essenzialmente militare.
Guglielmo Ernesto succedette al trono di famiglia alla morte del nonno, il Granduca Carlo Alessandro il 5 gennaio 1901, dal momento che il padre gli era premorto.
Appena salito al trono, il giovane granduca attuò subito un suo grande sogno, quello di creare un nuovo stato completamente diverso dal precedente e per fare questo avrebbe avuto bisogno di mutare l'aspetto della città di Weimar facendone un ricco centro culturale, il tutto con la direzione di personaggi come Hans Olde, Henry van de Velde e Adolf Brütt. Guglielmo Ernesto si occupò attivamente dell'istruzione facendo ristrutturare completamente l'Università di Jena grazie all'opera di Theodor Fischer fatto venire appositamente da Monaco, così come del resto si preoccupò del rifacimento del teatro di Weimar ove apportò delle modifiche scenografiche e tecnologiche grazie alla presenza di Max Littmann, uno dei più esperti conoscitori dell'arte teatrale. Chiamò l'editore Eugen Diederichs a trasferirsi a Weimar per mettersi al proprio servizio.
Legato fortemente alla tradizione militare prussiana e mosso dalla più profonda ammirazione nei confronti del kaiser, Guglielmo Ernesto fece della capitale del suo stato un centro culturale nazionalista di tutta la Germania, promuovendo la riscoperta dei grandi drammi storici per l'esatazione dello spirito della nazione tedesca.
Nel corso della costruzione di un monumento dedicato al granduca Carlo Alessandro, realizzato ad opera di Adolf Brütt, la parte antica della città venne distinta dalla nuova parte, costruita secondo lo stile dell'art nouveau. La statua, in marmo, venne terminata nel 1911.
Secondo la costituzione olandese, Guglielmo Ernesto era in linea di successione al trono dei Paesi Bassi (egli era il nipote di Sofia d'Orange-Nassau), dopo la Regina Guglielmina. Il popolo olandese, proprio all'inizio del XX sec. iniziò a preoccuparsi della possibilità di ingerenza della Germania nelle questioni interne dei Paesi Bassi o addirittura dell'annessione di questi ultimi all'Impero Tedesco, a causa di questa ipotesi di successione.
Ad evitare che questo avvenisse, diversi avvocati tentarono di modificare la costituzione, escludendo Guglielmo Ernesto dalla successione al trono dei Paesi Bassi. In ogni caso, qualora Guglielmina fosse morta senza eredi, Guglielmo Ernesto avrebbe dovuto scegliere se succedere al trono di Weimar od a quello dei Paesi Bassi, in modo da dividere l'influenza dei due regni. La nascita di Giuliana, figlia di Guglielmina, nel 1909 risolse il problema.
All'inizio del 1918 Guglielmo Ernesto chiamò a lavorare presso la sua corte il famoso architetto Walter Gropius, ma questo fu uno degli ultimi atti ufficiali della sua reggenza in quanto il 9 novembre 1918 - assieme a tutti gli altri sovrani della Germania, a seguito della sconfitta dell'Impero Tedesco nella Prima guerra mondiale - Guglielmo Ernesto venne costretto ad abdicare. Nel discorso finale prima della firma dell'atto di abdicazione, il granduca concluse l'intervento con la frase: "Ho fatto tutto quello che ho potuto". Il suo trono e tutti i suoi domini passarono al governo repubblicano ed egli si recò in esilio a Henryków, in Slesia, dove morì quattro anni dopo.
L'abdicazione fu ad ogni modo fortemente voluta anche dal popolo che non lo vedeva di buon occhio e che anzi lo reputava uno dei principi più odiati della Germania.
Guglielmo Ernesto aveva una personalità complessa, violenta ed irascibile. Il conte Kessler lo descrisse alla sua epoca come un "oggetto patologico" mentre von Spitzemberg non esitò a definirlo "un principe completamente dissennato e sciocco".
Così lo descriveva il conte Demonceau «esternamente non molto attraente, piccolo e piuttosto audace». La contessa van de Poll, dama di compagnia della regina Emma dei Paesi Bassi, lo descrisse così: "il principe è l'uomo più piccolo, più brutto e rumoroso che vi fosse alla cena dell'altra sera, ha in difetto anche la voce alta che si sente ovunque e anche dall'ingresso chiunque avrebbe sentito quel tedesco parlare ininterrottamente".
A Bückeburg, il 30 aprile 1903, Guglielmo Ernesto sposò Carolina di Reuss-Greiz. Questo matrimonio, senza eredi, ebbe termine nel 1905 con la morte di Carolina, in circostanze misteriose e senza che la coppia avesse avuto figli.
Cinque anni dopo (21 gennaio 1910), a Meiningen, Guglielmo Ernesto si sposò in seconde nozze con Feodora di Sassonia-Meiningen, nipote del duca Giorgio II, dalla quale ebbe quattro figli[1]:
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Gran Maestro dell'Ordine del Falco Bianco |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di Sant'Enrico | |
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