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Impero bizantino, Giustino I (518-519 d.C.), moneta d'oro solida.
Luogo della zecca: Costantinopoli
Riferimenti: Friedberg 68, Sear 55.
Periodo di Zecca: 518-519 d.C. (3a Officina)
Denominazione: Oro Histamenon Nomisma
Imperatore: Giustino I "il Trace" (518-527 d.C.)Diametro: 28 mm
Peso: 4,44 g
Materiale: oro!
Dritto: Busto di Giustino I con diadema, elmo e corazza, di fronte, con la testa leggermente rivolta a destra, con la lancia nella mano destra sopra la spalla, e scudo decorato con il motivo del cavaliere nella mano sinistra.
Legenda: DN IVSTI-NVS PP AVG
Rovescio: Vittoria in piedi di fronte, testa a sinistra, con bastone ingioiellato a terra sormontato da staurogramma rovesciato nella mano destra. Stella nel campo a sinistra.
Leggenda:
VICTORI-A AVGGG Γ
Esergo: CONOB
Lo staurogramma (⳨), anche croce monogrammatica o tau-rho, è una legatura composta da una sovrapposizione delle lettere greche tau (Τ) e rho (Ρ). Il simbolo è di origine precristiana. Si trova su monete di rame coniate da Erode I nel 37 a.C., interpretate come una legatura tr che rappresenta il trikhalkon indicando il valore della moneta.
Giustino I (latino: Iustinus; greco: Ἰουστῖνος, traslit. Ioustînos; c. 450 – 1 agosto 527), chiamato anche Giustino il Trace (latino: Justinus Thrax; greco: Ἰουστῖνος ὁ Θρᾷξ, traslit. Ioustînos ho Thrâix), fu imperatore romano d'Oriente dal 518 al 527. Nato da una famiglia di contadini, scalò i ranghi dell'esercito fino a diventare comandante della guardia imperiale e quando l'imperatore Anastasio morì, superò in astuzia i suoi rivali e fu eletto come suo successore, nonostante avesse circa 68 anni. Il suo regno è significativo per la fondazione della dinastia di Giustiniano che includeva il suo eminente nipote, Giustiniano I, e tre imperatori successivi. La sua consorte era l'imperatrice Eufemia.
Era noto per le sue opinioni cristiane fortemente ortodosse. Ciò facilitò la fine dello scisma acaciano tra le chiese di Roma e Costantinopoli, con conseguenti buoni rapporti tra Giustino e il papato. Durante tutto il suo regno, sottolineò la natura religiosa del suo ufficio e approvò editti contro vari gruppi cristiani visti all'epoca come non ortodossi. Negli affari esteri, usò la religione come strumento di stato. Cercò di coltivare stati clienti ai confini dell'Impero ed evitò qualsiasi guerra significativa fino alla fine del suo regno.