1674, Imperatore Leopoldo I “l'Hogmouth”. Moneta d’argento da 6 KreuzerAnno di conio: 1674Riferimento: KM-1185.Luogo di zecca: zecca di Vienna.Sovrano: Leopoldo I “l'Hogmouth”.Denominazione: 6 Kreuzer (Groschen)Peso: ca. 2,5 gDiametro: 26mmMateriale: argentoDritto: busto inghirlandato e corazzato di Leopoldo I. “la Bocca di Porco” a destra.Legenda: * LEOPOLDVS . D . G . R . IO . (VI) S. UN . G . H . B . REX*Traduzione: “Leopoldo, per grazia di Dio, imperatore dei romani, sempre Augusto, re di Germania, Ungheria e Boemia”.Rovescio: Aquila bicipite del Sacro Romano Impero, corona sopra, scudo viennese sul petto.Legenda: ARCHID . AVS. (*) DVX. B . CO. TIR. 16 (corona) 74 .Traduzione: "Arciduca d’Austria, Duca di Borgogna, Conte del Tirolo, 1674."Leopoldo I possedeva un esempio più estremo della mascella asburgica che è evidente dai suoi ritratti che la raffigurano in modo piuttosto coerente. Sulle sue monete questa caratteristica è raffigurata in modo meno coerente, da una leggera sporgenza alla mascella distesa estremamente pronunciata, che ha portato al soprannome: Leopold the Hogmouth.Leopoldo I, imperatore del Sacro Romano Impero (nome completo: Leopold Ignaz Joseph Balthasar Felician) Asburgo (9 giugno 1640 – 5 maggio 1705), imperatore del Sacro Romano Impero, era il secondo figlio dell’imperatore Ferdinando III e della sua prima moglie Maria Anna di Spagna. I suoi nonni materni erano Filippo III di Spagna e Margherita d’Austria.Era fratello minore di Ferdinando IV d’Ungheria e di Marianna d’Austria. Destinato alla Chiesa, ricevette una buona educazione ma le sue prospettive furono cambiate dalla morte del fratello maggiore Ferdinando IV, avvenuta il 9 luglio 1654 di vaiolo, quando divenne l’erede del padre.Leopold era fisicamente poco attraente. Basso e malaticcio, aveva ereditato il labbro asburgico in una misura insolita anche nella sua famiglia consanguinea. Un contemporaneo ha detto di lui “La sua andatura era maestosa, lenta e deliberata; la sua aria pensosa, il suo discorso goffo, i suoi modi rozzi, il suo carattere freddo e flemmatico”.Nel 1655 fu scelto re d’Ungheria, nel 1656 re di Boemia, nel 1657 re di Croazia e nel luglio 1658, più di un anno dopo la morte del padre, fu eletto imperatore a Francoforte nonostante gli intrighi del cardinale Jules Mazzarino, che desiderava porre sul trono imperiale Ferdinando Maria, elettore di Baviera, o qualche altro principe la cui elevazione avrebbe spezzato la successione asburgica.Mazzarino ottenne però dal nuovo imperatore la promessa che non avrebbe inviato aiuti alla Spagna, allora in guerra con la Francia, e, unendosi ad una confederazione di principi tedeschi, chiamata Lega del Reno, la Francia si assicurò una certa influenza nel affari interni della Germania. Il lungo regno di Leopoldo copre uno dei periodi più importanti della storia europea; per quasi tutti i suoi quarantasette anni fu contrapposto a Luigi XIV di Francia, la cui personalità dominante oscurò completamente Leopoldo. L’imperatore non era egli stesso un uomo di guerra, e non guidò mai personalmente le sue truppe; eppure la maggior parte della sua vita pubblica la trascorse nell’organizzare e dirigere le guerre. Il primo fu con la Svezia, il cui re Carlo X trovò un utile alleato nel principe di Transilvania, György II Rákóczi, vassallo ribelle della corona ungherese.Questa guerra, eredità dell’ultimo regno, fu condotta da Leopoldo come alleato della Polonia fino alla pace di Oliva nel 1660. Successivamente entrò nelle liste un nemico più pericoloso. L’Impero Ottomano si intromise negli affari della Transilvania, da sempre un distretto indisciplinato, e questa ingerenza provocò una guerra con il Sacro Romano Impero, che dopo alcune operazioni saltuarie iniziò realmente nel 1663. Con un appello personale alla dieta di Ratisbona Leopoldo indusse l’imperatore principi per inviare aiuti per la campagna; truppe furono inviate anche dalla Francia e nell’agosto del 1664 il grande generale imperialista Raimondo Montecuccoli riportò una notevole vittoria al San Gottardo. Con la pace di Vasvár l’imperatore stipulò una tregua di vent’anni con il sultano, concedendo condizioni più generose di quelle che la sua recente vittoria sembrava rendere necessarie.